COMUNICATI
STAMPA
In questa sezione del sito si possono trovare i comunicati stampa rilasciati a proposito della mostra di arte digitale La Nuova Brera - AI Generated: L'Intelligenza Artificiale Ridisegna la Pinacoteca di Brera, in programma a partire da Dicembre 2024.
Milano
2024
Milano, 2024 – Una nuova esposizione che coniuga tradizione ed innovazione è in arrivo a dicembre, in occasione dell’apertura della nuova sede della Pinacoteca di Brera. La mostra, dal titolo La Nuova Brera - AI Generated: L'Intelligenza Artificiale Ridisegna la Pinacoteca di Brera, è frutto della collaborazione tra il museo e il Politecnico di Milano, ed è un progetto portato avanti dagli studenti che hanno partecipato al corso di Critica e Comunicazione d’Arte e di Architettura tenuto dal prof. Pierluigi Panza in collaborazione con l’arch. Clelia Maria Bonardi. Ogni studente è stato invitato a rielaborare e trasporre in chiave contemporanea una delle opere esposte nella Pinacoteca di Brera, ottenendo un’opera nuova di carattere digitale attraverso l’utilizzo di un software di Intelligenza Artificiale. Quest’ultimo è in grado, attraverso l’inserimento di un prompt e dell’immagine originale, di generare infinite serie di nuove immagini poi ulteriormente manipolabili, aprendo uno sconfinato campo di possibilità creative. L’esercizio è dunque un’interessante esplorazione di tali possibilità, ma è anche uno spunto di riflessione sulle implicazioni che l’utilizzo delle nuove tecniche digitali ha in campo artistico: si potrebbero infatti aprire a partire dall’osservazione delle opere infiniti dibattiti sui temi dell’originalità, della proprietà intellettuale e della sostituzione dell’operato umano, argomenti su cui è ormai giunto il momento di interrogarsi in quanto collettività immersa nel mondo digitale. Le proposte degli studenti spostano le celebrate opere degli artisti della Pinacoteca nel campo della realtà odierna, con tutte le sue contraddizioni e storture, ma vista anche talvolta con uno sguardo ironico e dissacrante; nella loro totalità dipingono un quadro quantomai attuale del mondo visto dai nati nel nuovo millennio.
Ad esempio, una delle opere che si potranno osservare a partire da dicembre è Sia Benedetto il Frutto di Chiara Buccolieri, rielaborazione della Madonna del Latte di Luca Signorelli. L’opera originale ha in questo caso ispirato il tema di riflessione, giocando sul quale, anche attraverso riferimenti estrapolati dalla cultura pop contemporanea, è stata ottenuta l’opera digitale. Si parte infatti dal concetto di maternità, dalla sua idilliaca e sacra rappresentazione nell’iconografia religiosa e dalla sua controparte reale, ben più cruda, passando per la distopia della rappresentazione fattane nel romanzo di Margaret Atwood Il Racconto dell’Ancella e nella sua trasposizione televisiva. La storia della Atwood descrive infatti una realtà post-apocalittica in cui le poche donne fertili rimaste, dette Ancelle, vengono assegnate agli uomini di potere con l’unico scopo di generare dei figli per loro e per le loro mogli, donne non fertili. Il romanzo e la serie televisiva, prodotti largamente acclamati per la loro inquietante rappresentazione di una società che priva le donne di qualsivoglia diritto, raccontano in particolare la travagliata storia di un’Ancella, June, attraverso i cui occhi lo spettatore può immergersi nel mondo di Gilead e impararne le regole, che la protagonista tenterà poi di sovvertire innescando una rivoluzione nel tentativo disperato di ritrovare sua figlia. Nell’opera digitale, è proprio a questa figura che viene accostata quella della Madonna del Latte, la rappresentazione per eccellenza della madre di tutte le madri. La donna rimane al protagonista della scena ed indossa le vesti rosse rese iconiche dal prodotto televisivo, mentre si rivolge direttamente allo spettatore con uno sguardo duro, di accusa e quasi di sfida. Il titolo, Sia Bendetto il Frutto, riprende una frase formulare che nel romanzo e nella serie viene utilizzata come augurio della possibilità di riuscire a generare un bambino, evitando la temuta estinzione della specie umana.
Il tentativo che viene fatto con questa opera è quello di disvelare un’altra prospettiva sulla maternità, e di evidenziare quale sia la pericolosa ombra che si estende e continua ad espandersi sulla nostra società alla luce di alcuni avvenimenti di carattere sociopolitico a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. A partire, ad esempio, dalle polemiche scaturite lo scorso 18 aprile in seguito ad un segmento del programma A Porta a Porta in onda su Rai 1, dove ad un nutrito gruppo di soli uomini è stato dato il compito di dibattere lungamente sul tema dell’aborto; fino ad arrivare alle più gravi notizie giunte dagli Stati Uniti, dove si contemplava la possibilità di limitare l’accesso alla pillola abortiva, possibilità per ora almeno apparentemente scongiurata. Non è poi solo l’aborto un aspetto problematico legato alla maternità per le donne: in caso di gravidanza, c’è ancora purtroppo il rischio di non riuscire a mantenere il proprio posto di lavoro o di non trovarne uno: a questo proposito, un dibattito era stato acceso dalle discusse dichiarazioni dell’imprenditrice Elisabetta Franchi, che nel 2022 aveva dichiarato "di puntare per ricoprire posizioni importanti della società su uomini o donne sopra i 40 anni", poiché queste ultime avevano probabilmente già avuto dei figli in precedenza. Appare quindi evidente che di strada per risolvere queste problematiche ce ne sia ancora molta da compiere; il rischio, tuttavia, è quello di avvicinarsi sempre di più al mondo distopico del Racconto dell’Ancella, ed è proprio su questo che l’opera digitale Sia Benedetto il Frutto vuole mettere in guardia.